di Monica Mazzolini (critico della fotografia e dell'arte)

Padroneggiare la tecnica e lasciar scorrere le emozioni. Esprimere leggerezza e forza al contempo. Trovarsi dinnanzi ad un ossimoro quando alla velocità di esecuzione è affiancata la necessità di addentrarsi in un mondo contraddistinto dalla quiete quale condizione necessaria per poter dipingere, e per mezzo della pittura liberare le idee. I pensieri sono più veloci rispetto alla trasposizione in parole e la realizzazione di immagini tuttavia la tecnica dell’acquerello, proprio per le sue peculiarità, è vicina ad un flusso di coscienza “controllabile” nonostante la variabile aleatoria sia sempre presente.

Delicatezza, trasparenza dei colori e immediatezza del procedimento sembrano, solo in apparenza, caratteristiche in contrasto con l’intensità espressiva dei soggetti che Barbara Cenni rappresenta nelle sue opere, frutto di una maturazione artistica attraverso un percorso che la vede protagonista sulla scena sia nazionale che internazionale.
Nel suo linguaggio non c’è la predilezione verso specifici soggetti ma uno spaziare attraverso differenti tematiche, dal paesaggio al ritratto, che hanno quale filo conduttore la ricerca del colore - mimesi della realtà o espressionista - e della luce per giungere alla formulazione visiva di un sentimento, uno stato d’animo. Acquerelli che, partendo dalla rappresentazione di elementi naturali così come dalla descrizione di vicende personali e dall’indagine dell’altro da sé, anche legato al contesto contemporaneo, permettono all’osservatore di immedesimarsi. La percezione sensoriale viene attivata e si traduce in emozione. Una sinestesia in cui colore e luce attivano non solo la vista ma permettono di avvertire il calore ed i suoni. La natura è vibrante. Sembra di sentire lo sciabordio delle onde o il fruscio del bosco ma non manca l’ascolto del silenzio.

Attraverso la sua sensibilità Barbara Cenni raccoglie spunti dal reale per trasformarli in poesia, sogno, ricordo e memoria: “in generale prendo delle fotografie di riferimento e lavorando in studio utilizzo la fantasia”. La tavolozza di tinte che adopera è ampia ma in ogni quadro ne vengono selezionate poche prediligendo la scelta delle diverse tonalità e delle sfumature che permettono di catturare e definire la luce che, colpendo gli elementi, crea effetti di chiaroscuro e di tridimensionalità traducibili in profondità sia estetica che concettuale.
Luminosità, ombre ma anche riflessi, tipici di alcune tra le ultime opere prodotte, quelle a partire dal 2021, anno di cesura. Un taglio fotografico che non sorprende quando si viene a conoscenza della lontana passione per la fotografia ed il procedimento di stampa in camera oscura.
Nei riflessi i protagonisti, oltre al colore, sono le persone. Il cromatismo fornisce l’atmosfera e permette di creare giochi luminosi, ricercare la trasparenza, il bianco, ma anche effetti che accentuano la forma e delineano l’impalpabilità dell’aria e il movimento dell’acqua. Quest’ultima una componente fondamentale per rendere il “gioco” del rispecchiamento. Una rivelazione grazie alla quale è possibile scorgere ciò che altrimenti non sarebbe visibile all’interno del limite definito dalla superficie del foglio. Sono opere divise in due parti l’una che descrive con buon dettaglio una porzione di soggetto e di azione mentre l’altra che rivela la figura intera seppur non nitida bensì evanescente, fluida, come fluida è la materia che la crea sulla carta. Un universo visionario fatto di siluette e ombre, elementi volutamente incompiuti, di cui si comprendono gli atteggiamenti aperti ad interpretazioni individuali.

In tutta la produzione artistica i titoli sono d’aiuto nella lettura: talvolta analitici e descrittivi come i soggetti rappresentati altre volte poetici ed inclini ad una esegesi. E se in alcune opere mancano le espressioni del volto in altre ciò che colpisce sono gli occhi. Nei ritratti, atemporali e senza contesto, con uno sfondo spesso monocromo, lo sguardo è magnetico. Catalizza l’attenzione sia per la capacità tecnica nel rendere la forma, il colore e la luce, ma soprattutto per il meccanismo di empatia e di corrispondenza. Non si può che rimanere catturati dalla potenza di quest’espressioni. E se è vero che lo sguardo è specchio dell’anima allora è proprio da qui che nasce la potenza: dall’anima delicata ed al contempo forte di chi li ha dipinti.

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